Per l’addio di Ranieri una sconfitta e tanti pensieri

Adesso saranno contenti quanti sostenevano che Ranieri più che un bravo allenatore fosse soprattutto un culone (si può usare questo termine?). Lui stesso deve averci creduto se a un certo punto per nasconderlo (il grande posteriore intendo) ha fatto entrare… l’allegro Mutandwa. E questi l’ha subto ripagato con un gol da cineteca. E invece no. Nel giorno dei saluti, mentre tutti si aspettavano una Fiorentina pronta a non rovinare i festeggiamenti per l’ultima partita del tecnico romano, il guastafeste Prontera, l’arbitro che crea un’atmosfera, ha visto bene di farci capire perché il suo paese natale si chiama Tricase, luogo ameno in provincia di Lecce. Sono quelle che deve aver ricevuto in dono per…. Lasciamo perdere, come del resto ha fatto lui col Cagliari: per l’appunto l’ha lasciato perdere annullandogli due gol e infliggendogli un rigore contro al 100esimo minuto.
La Fiorentina dunque ha vinto per 3-2, nonostante sia scesa in campo senza quattro titolari in previsione della finale di Conference League in programma fra qualche giorno. E la squadra rossoblu ha chiuso in maniera poco decorosa un campionato sicuramente non esaltante, con annessa salvezza ottenuta per il rotto della cuffia secondo stile consolidato dell’era Giulini.
Ranieri, dopo la prova da consumato attore dell’altra sera al Massimo (chi avrebbe mai pensato di annunciare l’addio andando in un teatro, mah! Deve essersi lo zampino di Alessandro Roja, il genero, bravissimo attore che tra i vari personaggi aveva impersonato un irripetibile Gigi Meroni), ha ribadito la sua vocazione alle audizioni prendendo il microfono per salutare il pubblico nel dopo gara. Poco importa che la sua squadra avesse perso, non è quello l’importante. La partita ha vissuto anche un epilogo particolare con l’ingresso di Aresti, il portiere che non diresti. A 37 anni doveva dare l’addio al Cagliari anche lui, ma ha impiegato meno di 5 minuti per prendere gol seppur dal dischetto dopo aver tentato inutilmente di far distrarre Arthur, il sicario dagli undici metri. Nella kermesse non poteva mancare il saluto di Nandez, il cui procuratore l’ha offerto un po’ a tutti in queste settimane. Sarà per l’anno prossimo. Tanto che si vinca o si perda a Cagliari si fa sempre festa (e il buon Gianluca non c’entra niente).

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