Bruno Longhi, l’autocritica sul pronostico sbagliato e quei complimenti che mi tengo stretti

Il Cagliari alla nona giornata era ultimo in classifica con 3 punti e Bruno Longhi su Radio Sportiva fece un commento piuttosto definitivo sulla squadra rossoblu. “Per me è la candidata numero uno alla retrocessione perché è la squadra più scarsa della serie A”. Per chi non l’avesse seguito su Telemontecarlo o sulle reti Fininvest prima e Mediaset poi, Longhi è stato un inviato di punta per una trentina d’anni dei maggiori avvenimenti calcistici nazionali e internazionali. Da giornalista che si prende dei rischi, si è esposto laddove molti si nascondono e in questo caso ha toppato. Non ci trovo niente di strano, tanto più che è stato lui stesso ad ammettere l’errore a salvezza avvenuta. Personalmente ho un ricordo simpatico di questo signore del 1947 che se non ricordo male ha l’Inter nel cuore (è nato a Casorate Primo, stesso paese lombardo di Viviano Guida stopper nerazzurro del 1955 che militò anche nel Brescia , nel Monza e in tante altre squadre del sud), e che prima di fare il giornalista ha vissuto anni importanti come musicista nel complesso (allora si chiamavano così i gruppi musicali) Flora Fauna e Cemento come bassista. Quelli della mia generazione ricorderanno diversi brani di quel gruppo che negli anni 70 ebbero un discreto successo (in un certo periodo fece parte della band anche Gianna Nannini). Io invece conservo ancora la cassetta VHS in cui Longhi e Giancarlo Antognoni intervistati dall’attuale caposervizio allo sport dell’Unione Sarda Enrico Pilia per Videolina, fecero i complimenti al sottoscritto per aver segnato il gol vincente e per la bella prova disputata al cospetto di campioni veri come Francescoli, Matteoli, Sandro Mazzola e Massimo Mauro oltre allo stesso Antognoni. Si giocava per “Calcio e solidarietà”, la kermesse che portava ogni anno 40 mila spettatori al Sant’Elia (ebbene si, per tre anni di seguito ho giocato davanti a tanta gente nella manifestazione organizzata dagli amici Pino Serra e Bruno Corda). Come allenatore in panchina avevo nientemeno che Carletto Mazzone, il quale mi rimproverava quando tentavo di andar via sulla fascia (“Ma ‘ndo voi annà. Fermate”). Poi seppi che a Carboni, fluidificante della Roma, sarebbe andata anche peggio. “Carboni – gli urlava dalla panchina – quanti gol hai fatto in serie A?” Due mister. “Ecco allora statte fermo llà”.

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