Baroni, Dionisi, Vanoli o prezzemolo Vivarini per il dopo Claudio che ama i ritorni dove ha fatto bene

Vivarini e Abbassorini. In questi giorni il tecnico abruzzese Vincenzo Vivarini che sta tentando di centrare col Catanzaro la seconda promozione consecutiva per arrivare alla serie A (impresa non facile), è tra i nomi più gettonati nel prossimo mercato degli allenatori. Non certo di quelli top, diciamo dei tecnici per tutte le tasche. Essendo in quota Gea o affini ovviamente viene pompato al massimo. Basti vedere dove è riuscito ad arrivare De Zerbi senza aver mai vinto nulla. Nello stesso giro c’è Moreno Longo, l’allenatore esonerato a Como, ma la pole spetta di diritto a Marco Baroni, uno che la panchina la trovava quando combinava disastri (ne ha girate 16), immaginate adesso che dopo aver salvato il Lecce si è ripetuto col miracolo Verona. Con lui Alessio Dionisi, passato dall’altare alla polvere dopo due campionati e mezzo col Sassuolo, dei quali i primi due positivi. Avendo esperienza di A, Dionisi e Baroni sono i preferiti, bisogna pero’ tener conto della concorrenza.
Restando un attimo a Vivarini, tecnico con la beccaccia fissa in testa e non più di primo pelo (a gennaio ha compiuto 58 anni) in Calabria ha fatto un bel lavoro e dopo tanta gavetta ripartita tra serie C2 (quattro anni) C1 (cinque) e serie B (il 5 è periodico) vorrebbe salire in A. Ammesso e non concesso che il sogno si realizzi, una corrente di pensiero nostalgica vedrebbe di buon occhio lo scambio delle panchine tra Vivarini e Ranieri. Perchè il buon Claudio coi giallorossi calabresi ha giocato otto campionati, di cui cinque nella massima serie ed è stato pure capitano. Non solo, ma sia lui che il vice Benetti (che rispetto a Claudio ha 14 anni in meno) hanno sposato due sorelle catanzaresi. Sarebbe l’occasione per ribadire le frasi care a Claudio: “A Catanzaro non rappresentiamo una città ma un’intera regione, non volevo accettare per paura di rovinare il bel ricordo, ma quando ho sentito Palanca dire che in questo momento serviva una mano non potevo tirarmi indietro”.
Più facile che l’allenatore dei miracoli festeggi un altro ritorno. Ma non a Leicester, appena risalito in A con Enzo Maresca che sembra concupito dal Chelsea. A proposito di Maresca consentitemi una divagazione. Per quattro anni militò nelle giovanili del Cagliari ed era assai promettente, tanto da giocare titolare fisso nelle nazionali under 15 16 17 e 18. L’allenatore del tempo (Prossima, pardon, Ventura) però lo digeriva a malapena e al massimo gli concedeva qualche panchina. Fino al giorno in cui gli trovò una birretta in camera durante un ritiro e non lo chiamò più. Maresca incassò e a fine stagione lasciò il Cagliari con un palmo di naso per approdare al West Browmich Albion, iniziando così una fortunata carriera pedatoria. Cellino se la prese moltissimo per non averci guadagnato una lira, ma i regolamenti erano quelli.
Scrivevo di un’opportunità più ghiotta per Ranieri. Pur avendo allenato squadre prestigiose in Italia come Juventus, Inter e Roma, gli unici due trofei nostrani che ha in bacheca (Coppa Italia e Supercoppa italiana) li ha vinti a Firenze. E guarda caso a Firenze cambiano allenatore perché Italiano è ai saluti indipendentemente dal risultato della finale di Conference coi greci dell’Olympiacos. Non solo. Il direttore generale della Fiorentina è Daniele Pradè, lo stesso che ai tempi della Roma nel 2009 ingaggiò Claudio Ranieri (allora Pradè era diesse). Naturalmente stiamo parlando di fantacalcio perché sennò il buon Claudio non ci avrebbe detto da mesi che il Cagliari sarebbe stato l’ultimo club della sua carriera lasciando spazio solo alle nazionali (sia col filtro che senza). Peccato, perché se andasse a Firenze potrebbe dire alla squadra che “non rappresenta solo una città ma un’intera regione. Non volevo accettare per paura di rovinare il bel ricordo, ma quando ho sentito Batistuta dire che in questo momento serviva una mano non potevo tirarmi indietro”.
Tornando al Cagliari c’è un altro allenatore nel mirino, ed è soprattutto Nereo Bonato che lo caldeggia. Non Juric che ha già rifiutato le proposte di Giulini quando scelse Torino, ma Paolo Vanoli, allenatore del Venezia ed ex terzino di Fiorentina, Verona, Parma, Bologna e dello stesso Venezia. Vanoli ha girato un bel po’ anche quando ha scelto la carriera in panchina. E’ stato allenatore federale nelle giovanili, ha fatto il secondo a Conte nel Chelsea e nell’Inter, poi è volato in Russia e ha vinto una Coppa nazionale con lo Spartak Mosca. A Venezia l’anno scorso ha rimesso in piedi i cocci di una squadra trovata allo sbando e in caduta libera, e ora rischia di riportarla in A.

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