Ci sono diversi modi di tifare una squadra, amarla non significa tapparsi gli occhi. Lo facevo da bambino e come giornalista lo faccio da 40 anni mettendo quando serve tutti sul banco degli imputati. Senza fare sconti a presidenti, dirigenti, allenatori o giocatori di turno. Per la serie: il Cagliari e’ un bene di tutti, rispettatelo. Solo agendo da sentinelle siamo certi che tutti daranno il massimo. Se e’ vero che il medico pietoso fa la piaga puzzolente credo sia meglio prevenire che curare. In che modo? Faccio un esempio recente: l’estate scorsa il Cagliari ha comprato un giocatore il cui ingaggio e’ di gran lunga superiore a quelli mai versati dalla societa’ rossoblù. Poi la sua stagione e’ stata totalmente negativa con 1 solo gol segnato. Un epilogo non sorprendente se si fossero guardate le cifre della carriera di quel giocatore. Ma il tifo cieco ha evitato durante le trattative che qualcuno sollevasse dubbi, magari da indurre il presidente a non accontentare la richiesta dell’allenatore, oltretutto molto esosa. In quel caso a mio avviso la colpa di quell’acquisto va divisa non solo fra una societa’ impreparata e un allenatore poco professionale nelle conoscenze del mercato, ma anche fra i giornalisti e i tifosi rimasti muti quando avrebbero dovuto esprimere perplessita’ sull’operazione. E questo dal mio punto di vista non e’ tifare Cagliari. Per cui non abbiate mai paura di dire la vostra, esprimete sempre il vostro pensiero e non fate vostro a prescindere quello di altri. Forza Cagliari
Bravissimo Nanni, coraggioso ed imparziale come sempre!
Grazie Maurizio